Esplorando i Capolavori di Artinside Museum. #6

Un Viaggio nell “Autoritratto” di Vincent van Gogh, in Realtà Aumentata, con la Guida dell’Art Director di Artebinaria

Self-portrait by van Gogh in AR

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta dei capolavori in realtà aumentata di Artinside Museum. Dopo aver esplorato opere come “La Lattaia” di Vermeer, “Al Moulin Rouge” di Toulouse-Lautrec, lo studio di “Una domenica alla Grande Jatte” di Georges Seurat, la “Buona Ventura” di Georges de La Tour, il “Ritratto di donna” di Frans Hals, oggi continueremo la nostra visita del Padiglione dedicato ai Ritratti e ci soffermeremo sull’autoritratto di Vincent van Gogh.

Se non sai come utilizzare Artinside Museum, ed è la prima volta che leggi uno dei nostri articoli ti invito a scoprire come funziona Artinside Museum a questo link.

L’Autoritratto di Vincent Van Gogh

Entriamo nel secondo Padiglione dedicato alla Ritrattistica, e una volta in realtà aumentata, scegliamo il quinto pannello dal menu principale per accedere alla sala che ospita una selezione di Autoritratti.

Cinque opere prendono vita nel mondo reale, fluttuando nello spazio attorno a noi.

 Iniziamo il nostro viaggio visivo dalla parete invisibile alla nostra destra, seguendo un percorso orario che ci conduce direttamente al cospetto di una immagine che cattura immediatamente l’attenzione: un uomo ritratto di tre quarti, con una barba folta dal colore di rame ardente e capelli che richiamano le sfumature del bronzo. I suoi occhi, magnetici e vividi, ci invitano silenziosamente nella sua realtà. E così ci troviamo, quasi senza fiato, di fronte all’Autoritratto di Vincent Van Gogh, l’artista olandese che ha tracciato la storia della sua vita attraverso i colori e le pennellate sulla tela.

🖼️ Padiglione: Secondo Padiglione. I Ritratti

🏛️ Sala: Quinta sala. Gli Autoritratti dal XIX al XX secolo

📍Posizione: Primo dipinto (in senso orario) 

🎨 Opera: Autoritratto di Vincent Van Gogh

L'Essenza di un Autoritratto

Avvicinati e osserva attentamente questo capolavoro attraverso la lente della realtà aumentata, con il iPhone o iPad: il capolavoro si è materializzato davanti a te, come sospeso nello spazio. Il volto di Van Gogh è presentato di tre quarti, ed il suo sguardo è  rivolto verso  di noi, sulla destra, Questa angolazione offre una prospettiva vivace e intima, divergendo dall’ufficialità di un incontro frontale.

Osserva bene il lato destro del volto che  è bagnato da una luminosità calda, mentre l’altro si ritira in un delicato gioco di ombre, conferendo al viso una forma piena di volume e profondità. 

L’ abbigliamento è delineato da una tessitura di pennellate (tanti punti e piccoli tratti di colori), che evocano la consistenza del tessuto senza ricorrere a una rappresentazione iperrealistica. La vivacità dell’arancione e del rosso della sua barba, insieme alla tempesta di blu e verde che ondeggia dietro il volto di Vincent Van Gogh, catturano l’essenza di questa opera: un dialogo visivo tra l’artista e lo spettatore, un’autentica testimonianza dell’artista che parla direttamente al mondo.

Sellf-portrait by van gogh in AR

Un Dialogo con il Puntinismo

La superficie del dipinto danza dunque con particelle di colore—intensi verdi, blu, rossi e arancioni.  Ritroviamo qui tutta l’influenza  di Georges Seurat, e della sua tecnica conosciuta con il nome di Puntinismo, che è stato oggetto del nostro precedente approfondimento di “Una Domenica alla Grande Jatte”.

Seurat, con il suo approccio scientifico al colore, ha lasciato un’impronta indelebile nell’estetica di Van Gogh. Eppure, il metodo analitico di Seurat si trasforma sotto la mano di Van Gogh in un’espressione di passione viscerale, dove la precisione si fonde con l’espressività e il colore diviene un veicolo di emozioni e sensazioni interiori. Questo uso del colore non mira soltanto a rappresentare la realtà esteriore, ma diventa un potente strumento per svelare le profondità dell’animo dell’artista, mostrando come le tonalità e la loro disposizione possano raccontare storie di tormento e di estasi, in una danza che è tanto visiva quanto emotiva.

La Predilezione per lo Sguardo Umano

In questo insieme di punti e tratti di colori, quello che più cattura l’attenzione è lo sguardo di Van Gogh: occhi di un verde intenso che sembrano contenere mondi. Avvicinandoti, quasi puoi percepire il loro invito a immergerti più profondamente nel dipinto, a esplorare ogni sfumatura e linea che li definisce.

Van Gogh esprimeva un’affinità particolare per gli occhi, come confessò in una lettera al fratello Theo: “Preferisco dipingere gli occhi delle persone alle cattedrali,” dichiarò l’artista. “Per quanto queste ultime possano essere solenni e imponenti, un’anima umana, sia essa quella di un povero ambulante, è per me più interessante”. In questa affermazione, c’è un rispetto profondo per l’umanità, una scelta di trovare la bellezza e il significato negli occhi, le ‘finestre dell’anima’. Lo sguardo di Van Gogh nel ritratto è un invito a indagare oltre la superficie, a riflettere sulla complessità emotiva dietro la creazione artistica.

E proprio quegli occhi ci sfidano, quasi con una domanda silenziosa: “Vedi l’uomo dietro l’immagine?” Ci chiedono di contemplare non solo l’artista ma anche l’individuo, con tutte le sue speranze, i suoi sogni e le sue battaglie. Questo sguardo ci invita a una riflessione più ampia sulla sua vita, un’esistenza intessuta di creatività e tormento, di passione e di dolore, che si manifesta con prepotenza in ogni colpo di pennello.

Un Artista Olandese a Parigi

Nel 1886, Vincent van Gogh lasciò la sua nativa Olanda e si stabilì a Parigi, dove il suo amato fratello Theo lavorava come mercante di quadri, ed entrò in contatto con le nuove correnti d’arte, come l’impressionismo ed il puntinismo che influenzarono profondamente il suo stile.

 Durante il suo soggiorno nella vivace capitale francese, Van Gogh creò almeno ventiquattro autoritratti.

La sua pittura, dapprima velata dai toni cupi della terra natale, si aprì ai colori vivaci della metropoli francese, con pennellate che sembravano pulsare al ritmo del suo spirito agitato.

Il decennio finale della sua vita fu di incredibile produttività e al contempo di crescente turbamento psichico. Creò oltre 2.000 opere. Fu un periodo segnato da crisi psicotiche e da un e una salute mentale in declino, che portarono al famoso incidente in cui si tagliò un orecchio e, infine, al suo suicidio nel luglio del 1890, all’età di 37 anni.

Le lettere al fratello Theo rivelano un Van Gogh costantemente alla ricerca di amore, significato e una qualche forma di stabilità. Van Gogh si interrogava  sul significato dell’esistenza, del proprio essere  nel mondo e ricercava conforto nell’arte, nella letteratura e nella contemplazione della natura.

Nonostante gli sforzi, le sue relazioni personali rimasero complesse e spesso conflittuali. La sua vita fu un’alternanza di estrema speranza e profonda disperazione, un equilibrio precario tra aspirazioni elevate e la realtà di una mente tormentata. La storia di Van Gogh, quindi, non è solo quella di un artista di genio, ma anche di un uomo che ha vissuto con intensità ogni sfaccettatura dell’esperienza umana.

the self-portrait by van gogh in AR

Un Diario Visivo

Vincent Van Gogh conosceva intimamente la sofferenza psichica; i suoi autoritratti, veri e propri frammenti di un diario personale, svelano le tempeste emotive e il coraggio di un’anima combattente.

La sua arte era un’estensione della sua vita, un diario visivo che documentava la sua lotta per trovare significato e bellezza in un mondo che spesso lo trovava incomprensibile. La sua eredità non è solo quella di un pittore di straordinario talento, ma anche di un uomo la cui vita e lavoro continuano a toccare le corde più profonde dell’esperienza umana.

Immergersi nell’Autoritratto di Van Gogh attraverso la realtà aumentata significa poter scrutare da vicino la danza dei colori sulla tela, sentire la vibrante energia delle sue pennellate e confrontarsi con la profondità del suo sguardo, come se l’artista fosse presente di fronte a noi. È un’esperienza che unisce arte e benessere attraverso la tecnologia, offrendo non solo conoscenza, ma anche un’emozione viscerale, profonda.

 Attraverso quello sguardo intenso del suo Autoritratto, possiamo quasi sentire il peso della sua mente pensante, ma anche la forza della sua dedizione artistica

Questo autoritratto di Van Gogh, esplorato attraverso la realtà aumentata, può diventare una potente metafora del viaggio interiore che ognuno di noi può intraprendere.

  • Cosa ti comunica lo sguardo di Van Gogh?
  • Come può questa interazione tecnologica arricchire la tua apprezzamento per l’arte e la storia che essa racchiude?

 

Raccontaci la tua esperienza in realtà aumentata scrivendo a info@artebinaria.it. I tuoi pensieri ed i tuoi commenti troveranno spazio nei prossimi articoli su “The Artebinaria Gazette”

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CREDITI DELL'OPERA

I crediti delle opere d’arte sono menzionati nell’app “Artinside Museum” e sono riportati di seguito:

Vincent van Gogh, Autoritratto

The Art Institute of Chicago.

Credits: Joseph Winterbotham Collection

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